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  SANTA SOPHIA 02-05-2025 05:00 (UTC)
   
 
SANTA SOPHIA

Sessagesimali 41° 0′ 30.6″ N28° 58′ 48″ E Decimali 41.0085°, 28.98°
UTM 4541589 666504 35T Voci 41 degrees






S. Sophia, esterno

"Iustinianus insigni magnificentia templum aedificare Constantinopoli orsus est (...)",

(SCARAMMELLA G. (Ed.), Matteo Palmieri, Liber de TemporibusRerum italicarum scripstores, xxxvi/i, citta di castello 1906, 57).

 







Pianta di S. Sophia, (http://wwwbisanzioit.blogspot.it/2012/04/santa-sofia-costantinopoli.html).


"Dal modo di comportarsi dimostrarono di aver preso le armi non solo contro l’imperatore, ma niente meno contro Dio stesso, empi qual’erano, osarono incendiare la Chiesa dei Cristiani, che la gente di Bisanzio chiama “Sofia” , un epiteto che avevano più giustamente attribuito 
a Dio, con cui essi chiamano il Suo tempio; e Dio permise loro di compiere questa empietà prevedendo in quale oggetto di bellezza questo santuario era destinato ad essere trasformato.

22 Così l’intera chiesa in quella occasione divenne una massa di rovine. Ma l’imperatore Giustiniano, dopo tempo, la ricostruì in un modo tale che, se un cristiano prima del fatto avesse chiesto alla gente se era d’accordo a vedere distrutta e ricostruita così la chiesa, mostrando loro un’immagine del edificio attuale, mi sembra che chiunque si sarebbe immediatamente augurato di assistere subito alla distruzione e alla metamorfosi della chiesa nella forma che ha adesso.

23 L’imperatore, senza badare a spese, infatti, si accinse con zelo all’opera e chiamò a sé architetti da tutte le parti del mondo.

24 Antemio di Tralle, di gran lunga il migliore ingegnere, non solo fra i suoi contemporanei ma anche fra i suoi predecessori, si mise al servizio dell’entusiasmo dell’imperatore, coordinando il lavoro dei vari gruppi di muratori e disegnando i piani per la futura costruzione; lo affiancava un altro ingegnere, Isidoro di nome, nativo di Mileto, un uomo che era intelligente e degno di servire l’imperatore Giustiniano.

25 Era anche questo un segno della benevolenza di Dio nei confronti dell’imperatore, il porgli cioè a disposizione le persone più adatte per la realizzazione dei suoi piani. 26 E naturalmente anche l’intelligenza dell’imperatore stesso deve suscitare ammirazione, egli aveva la capacità di scegliere, fra tutti, gli uomini più idonei per le imprese più importanti 


27 La Chiesa, dunque, costituisce uno spettacolo di di meravigliosa bellezza, sconvolgente per chi lo contempla, incredibile per chi ne sente solo parlare. 
Infatti essa si erge fin quasi a toccare il cielo e quasi ondeggiando svetta sugli altri edifici sovrastando l’intera Città; di essa rappresenta il gioiello, poiché le appartiene, ma ne è al tempo stesso abbellita, essendone una parte e, come suo culmine, si eleva così in alto, che dalla Chiesa si può contemplare la Città come da un osservatorio.

28 La sua lunghezza e la sua larghezza sono armoniosamente concepite, sì che le sue gigantesche dimensioni non possono essere considerate eccessive. Si offre all’ammirazione in una bellezza indescrivibile. 

29 Maestà e armonia di proporzioni l’adornano e non ha nulla di troppo e nulla di troppo poco, poiché è più magnifica del consueto e più regolare di ciò che è smodato e straordinariamente inondata di luce e del riflesso dei raggi del sole dal marmo.

30 Si potrebbe pensare che l’interno non sia illuminato dall’esterno, dal sole, ma che la luminosità scaturisca dall’interno stesso, tale è la ricchezza di luce che si riversa in questo santuario.

31 La stessa facciata della chiesa (che sarebbe la parte che guarda il sole nascente, nella porzione dell’edificio in cui si compiono i misteri nell’adorazione di Dio) fu costruita nel modo seguente.

32  Una struttura in muratura [oikodomia] è costruita su dalla terra, non fatta in linea diritta, ma che si curva gradualmente verso l’interno sui suoi fianchi e ritirandosi in mezzo, così da creare la forma di un mezzo cerchio, che quelli che sono specializzati in queste materie chiamano mezzo-cilindro [hemikylindron]; e cosìessa si eleva precipitosamente in altezza.

33 La parte superiore di questa struttura finisce nella quarta parte di una sfera [sphaira], sopra questa si erge un’altra struttura sagomata crescente [menoeides], adatta alle parti contigue 
dell’edificio, meravigliosa nella sua grazia, ma, a motivo dell’apparente insicurezza della sua composizione, del tutto terrificante.

34 Infatti sembra in qualche modo fluttuare in aria su una base non ferma, ma essere bilanciata in alto a pericolo di quelli al suo interno. Anche attualmente essa è sostenuta con 
eccezionale forza e sicurezza.

35 Sul lato opposto a questo si trovano le colonne fissate al pavimento; queste, nello stesso modo, non si ergono in linea retta, ma indietreggiano verso l’interno nel disegno del semicerchio [hemikyklon] come se si abbandonassero a vicenda in una danza corale, sopra di esse è 
collocata una struttura dalla forma crescente [menoeides].

36 Sul lato opposto all’oriente si alza un muro che contiene le entrate [eisodoi], sul lato opposto a questo sorgono in un semicerchio [hemikyklon] non solo le colonne stesse ma 
anche la struttura sopra di esse, tutte queste sono molto simili alle colonne e alla struttura che ho già descritto.

37 Al centro della chiesa sorgono quattro sporgenze fatte dall’uomo [lophoi], che sono chiamate pilastri [pessoi], due sul lato nord e due sul lato sud, opposte e uguali l’una all’altra, avendo ciascuna coppia tra loro solo quattro colonne.

38 Le sporgenze [lophoi] sono composte di enormi pietre unite insieme, accuratamente selezionate e abilmente alloggiate a ciascun’altra dai muratori, e sorgenti a grande altezza. Uno 
potrebbe supporre che fossero veri picchi di montagna.

39 Da questi sorgono quattro archi [apsides] che si alzano sui quattro lati di un quadrato, e finiscono per giungere insieme a coppie e sono fatti saldamente l'un l'altro in cima a quei 
pilastri [lophoi], mentre le altre parti sorgono e si elevano a un'infinita altezza.

40 E mentre due degli archi s'innalzano nell'aria vuota, quelli cioè sui lati nord e sud, gli altri due hanno sotto di essi alcuni elementi strutturali [oikodomia], incluso un numero di colonne piuttosto piccole.

41 Sotto le chiavi degli archi si trova una struttura circolare [kykloteres oikodomia], di forma cilindrica [strongylon]; è attraverso questa che la luce del giorno sempre prima sorride.

42 Infatti domina su tutta la terra, come credo, e la struttura è interrotta per brevi intervalli, essendo state lasciate intenzionalmente delle aperture, negli spazi dove la perforazione dell'arte lapidaria prende luogo, per essere canali per l'immissione di luce in misura adeguata.

43 Poiché il punto dove gli archi sono collegati insieme è così costruito da formare una pianta a quattro angoli, l'opera lapidaria tra gli archi produce quattro triangoli [trigona].

44 Mentre ogni zona di supporto [krepis] di un triangolo, essendo stato contratto a un punto che arriva insieme a ogni coppia di archi, rende il punto più basso un angolo acuto, ancora 
come il triangolo si erge e la sua larghezza si estende per una superficie intermedia,

45 finisce nel segmento di un cerchio [kykloteres] che esso supporta, e forma i rimanenti angoli a quel livello. Sopra questo cerchio s'innalza l'enorme cupola sferica [sphairoeides tholos] che rende la struttura eccezionalmente bella.

46 Inoltre non sembra elevarsi su solida muratura, ma coprire lo spazio con la sua cupola dorata [sphaira] sospesa dal Paradiso.

47 Tutti questi dettagli, messi insieme con l'incredibile opera a mezz'aria e andandosene con la corrente da ogni altra e restando solo sulle parti prossime a essa, producono un'unica e più straordinaria armonia nel lavoro, ma ogni dettaglio attrae l'occhio e attira irresistibilmente verso di sé.

48 Così la visione costantemente si sposta in modo repentino, infatti lo spettatore è assolutamente inabile a selezionare quale particolare dettaglio egli voglia ammirare più di tutti gli altri.

49 Ma comunque, sebbene girino la loro attenzione da ogni parte e guardino con le fronti contratte verso ogni dettaglio, gli osservatori sono comunque inabili a capire l'esperta maestria, ma sempre partono da qui confusi dalla sconcertante vista. Tanto basti, quindi, su questo discorso. 


50 Fu con molti abili mezzi che l'imperatore Giustiniano, l'architetto Antemio e Isidoro si curarono della stabilità della Chiesa, appendendola, come si è fatto, a mezz'aria. Alcuni di questi è sia senza speranza per me comprendere nella loro interezza, sia impossibile spiegare a parole; ricorderò solo uno di essi per il presente, da questo sarà possibile ottenere un'impressione della solidità dell'intera opera.

51 È come segue: i pilastri [lophoi] che ho prima menzionato non sono costruiti allo stesso modo delle altre strutture, ma nel modo seguente.  I corsi delle pietre erano posti così da formare una sagoma a quattro angoli,

52 essendo le pietre rozze di natura ma lisce lavorate; erano tagliate agli angoli dove erano destinate a formare i previsti spigoli dei lati del pilastro, ma dove cambiavano per essere assegnate alla posizione tra gli angoli, erano tagliate a rettangoli [tetrapleuron].

53 Furono unite insieme attraverso la calce [titanos], che essi chiamano "asbestus", non con il bitume, il materiale che era l'orgoglio di Semiramide di Babilonia, né con nessun'altra cosa del 
genere, ma con il piombo [molibdos] colato negli interstizi [telma], che diffuso ovunque negli spazi tra le pietre e indurito nelle giunture [harmonia], le legò le une alle altre.

54 Così erano costruite queste parti; ma lasciatele proseguiamo con le restanti parti della chiesa. L'intero soffitto è rivestito di oro puro, che aggiunge gloria alla bellezza, anche la 
luce riflessa dalle pietre predomina, splendendo in rivalità con l'oro.

55 Ci sono due portici colonnati [stoai], uno su ogni lato, non separati in nessun modo 
dalla struttura della chiesa stessa, ma complessivamente creando l'effetto della sua maggiore larghezza, estendendosi per la sua intera lunghezza, fino alla fine, mentre in altezza sono minori dell'interno dell'edificio.

56 Hanno anche voltato i soffitti [orophe tholos] e le decorazioni d'oro. Uno di questi due portici colonnati è stato assegnato agli uomini veneranti, mentre l'altro è riservato alle donne intente nello stesso esercizio. 

57 Ma non sono differenti in nulla, né si distinguono l'uno dall'altro in nessun modo, ma molto equamente servono alla bellezza della chiesa e similarmente l'adornano. 

58 Ma chi potrebbe abilmente descrivere le gallerie [hyperoa] del settore femminile [gynaikonitis], o enumerare i molti colonnati e le navate laterali colonnate [peristyloi aulai] per mezzo dei quali la chiesa è circondata? 

59 O chi potrebbe ricordare la bellezza delle colonne [kiones] e le pietre con cui la chiesa è adorna? Uno potrebbe immaginare di essere giunto su un prato con i suoi fiori in piena fioritura. 

60 Infatti egli potrebbe certamente meravigliarsi del porpora di alcuni, della tinta verde di altri, di quelli su cui il cremisi brucia, di quelli da cui il bianco lampeggia, e di nuovo di quelli che Natura, come un pittore, varia con i più contrastanti colori. 

61 Ogni volta che qualcuno entra in questa chiesa per pregare, capisce che non è per il potere o l'abilità umana, ma per influenza di Dio, che quest'opera è stata così magnificamente completata. Così la sua mente è  sollevata verso Dio ed esaltata, sentendo che Egli non può essere lontano, ma  deve amare in modo particolare di dimorare in questo luogo che Egli ha scelto. 

62 E questo non rende felice solo chi vede la chiesa per la prima volta, ma la stessa esperienza lo tocca in ogni successiva occasione, come se la vista fosse nuova ogni volta. 

63 Di questo spettacolo nessuno ha mai avuto sazietà, ma quando sono presenti nella chiesa gli uomini si allietano di ciò che vedono, e quando la lasciano prendono orgoglioso piacere nel parlare di essa. 

64 Inoltre, 
per quanto riguarda i tesori di questa Chiesa (i vasi d'oro e argento e le opere in 
pietre preziose, che l'imperatore Giustiniano ha dedicato qui) è impossibile dare 
un preciso resoconto di tutti loro. Ma permetterò ai miei lettori di formarsi un 
giudizio da un singolo esemplare.

65 Quella parte del santuario che è specialmente sacra, dove solo i preti possono entrare, che essi chiamano il Santuario Interno [thysiasterion], è abbellito con quarantamila pezzi d'argento. 
 

66 Così la Chiesa di Costantinopoli (che gli uomini hanno iniziato a chiamare la Gran Chiesa), parlando concisamente e soltanto sorvolando sui dettagli con la punta delle dita, com'è stato, e menzionando con veloci parole solo le più notevoli caratteristiche, fu costruita in questo modo dall'imperatore Giustiniano. 


67 Ma non fu solo con il denaro che l'imperatore l'edificò, ma anche con la fatica 
della mente e gli altri poteri dell'anima, come mostrerò subito.

68 Uno degli archi che ho già citato (“loroi ” [25] li chiamano i capomastri), quello che si trova a oriente, era già stato innalzato da ciascun lato, ma non era stato ancora interamente completato nel centro, e stava ancora aspettando. 

69 I pilastri  [pessoi], su cui la struttura era stata eretta, incapaci di sopportare il peso che 
gravava su di lei, in un modo o nell'altro improvvisamente iniziarono a scricchiolare, e parevano sul punto di crollare. 

70 Così Antemio e Isidoro,  terrorizzati che questo accadesse, portarono la questione all'imperatore, essendo arrivati a non avere speranza nella loro abilità tecnica. 

71 Subito l'imperatore, spinto da non so cosa, ma penso da Dio (infatti egli non era di per 
se un capomastro), comandò loro di portare la curva di questo arco al suo  completamento finale. "Infatti quando esso resterà in piedi da se", disse, "non più a lungo avrà bisogno dei pilastri [pessoi] sotto". 

72 Se questo racconto fosse senza testimoni, io sono ben consapevole che potrebbe sembrare un pezzo di adulazione e del tutto incredibile; ma poiché sono disponibili molti testimoni di ciò che ebbe luogo, non dobbiamo esitare a procedere con il resto della storia. 

73 Così gli operai seguirono le sue istruzioni, e l'intero arco quindi fu  posto sicuro, sancendo con la prova dei fatti la verità della sua idea. 

74 Così  questo arco fu completato; ma nel resto dell'edificio con gli altri archi, in verità, 
quelli cioè che erano posti a sud e nord, i seguenti accadimenti ebbero luogo.

75 I cosiddetti “loroi” furono sollevati, continuando la muratura della chiesa, ma ogni cosa sotto fu collocata sotto il loro peso, facendo gettare alle colonne [kiones]  che stavano lì piccole scaglie, come se fossero state piallate

76 Così una volta di più i capomastri furono preoccupati di ciò che sarebbe accaduto e portarono il loro problema all'imperatore. 

77 Di nuovo il sovrano trovò un rimedio alla  situazione, come segue. Ordinò quindi di rimuovere le parti superiori [akra] della muratura che erano sottosforzo, cioè, le porzioni che erano a contatto con gli archi, e le rimise indietro molto dopo, affinché l'umidità della muratura fosse ridotta abbastanza per reggerle. 

78 Essi compirono queste disposizioni, e da 
allora in poi la struttura si eresse sicura . E l'imperatore, in questo modo, 
gode di una specie di attestato per il lavoro"

 
MARLETTA A. (trad.), Procopio di Cesarea, Sugli edifici, Contributi per lo studio, all'indirizzo http://www.imperobizantino.it/documenti/ProcopiusDeAedificiis-AMarletta.pdf



Wilhelm Lübke / Max Semrau: Grundriß der Kunstgeschichte. 14. Auflage. Paul Neff Verlag, Esslingen, 1908, (http://www.monografias.com/trabajos55/iglesia-santa-sofia/iglesia-santa-sofia2.shtml)

Instituit pulchrum, solidavit robore templum

Coepit, perfecit, donisque ornavit et auxit

Iam Salomoniaci sileat descriptio templi  

Cedant cunctorum miracula nota locorum

 Inclita praeclarum duo sunt imitantia

Coelum, consilio fundata dei, venerabile

jam mortuum prudentissime suscitavit, rempubli-

splendentia tecta novarum

 Flavius  Corippo, Romano D. (a cura di), In laudem Iustini, Palermo 1970, I, II (567).


 
Ad ann. 553 referendum Marcell. 548 Per haec

tempora Justinianus Augustus inter alia magnifica

 

basilicam Salvatoris, quae Agiae Sophiae dicitur

incomparabili opere Constantinopoli construxit

 Hermannus Contractus (m. 1054), Chronicon PL,  CXLIII, col. 11.



Ind. X, item post consulatum Lampa  

dii et Orestis.

quinta vero huis infandisceleris die dum de foro Hypatius sceleratorum comitum […] con 

scendunt palatium; uterque eorum ante fores 

palatii captus est, statimque piissimi principis

nostri natu catenatus trucidatusque poenas luit, et

ante imperium perdidit, quam haberet, innumeris

passim in circo populis trucidatis, et tyrannorum  

sociis continuo proscriptis. Ecclesia tunc incensa

mox coepit ab eodem Augusto renovari."


 

Marcellinus Comes, Chronicon PL, LXI, col. 942.






 
Costruzione S. Sophia, miniatura Codice Manasse, 
 

Extruxit quoque idem princeps [Giustiniano

intra Costantinopolim urbem Christo domino

qui est sapientia Dei patris, templum quod greco

vocabulo Agian Sophian, id est sanctam sapien

tiam, nominavit, cuius opus adeo cuncta aedificia

excellit ut in totis terrarum spatiis huic simile non

possit inveniri. Erat enim hic princeps fide catho

licus in operibus rectus, in iudiciis iustus; ideoque

ei omnia concurrebant in bonum


Paolo Diacono, crivellicci a. (a cura di),  Historia Romana, in Fonti per la storia d’Italia, Roma 1914 Libro XVII, p. 240







Madonnain trono, abside di S. Sophia,
(immagine all'indirizzo: http
 www.mosaicocidm.it )






Desis  ( immagine all'indirizzo: http:www.finestresullarte.inf9.


cristo tra imperatori
(al'indirizzo: http:www.larena.it).



 Arcangelo, arco S. Sophia
http://www.gliscritti.it/gallery3/index.php/album_055/turchia-2008-ii-768



Serafino su vela
(all'indirizzo. http: 
wwwbisanzioit.blogspot.com).



v

Vergine tra Costantino IX e Zoe,
(immagine all'indirizzo  http: www.mat1968.wordpress.com).



 
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